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Sosteniamo le cure anticancro di Alessandra

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Mi chiamo Alessandra Capone, ho 47 anni e vi racconto in breve la mia storia.


Ho iniziato il 29 Aprile, presso la Klinikum der Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte, un trattamento costosissimo di chemioperfusione e chemioembolizzazione al fegato per un cancro al seno metastatico.

Ho scelto Francoforte perchè qui trattano casi difficili e rischiosi come il mio, e che altri rifiuterebbero di affrontare. Ogni trattamento costa 3.900 euro e dovrò farne ancora almeno 3/4! A questa cifra si devono aggiungere le spese di viaggio e alloggio per me e un accompagnatore, necessario per sostenermi dopo il trattamento e aiutarmi a causa dei pesanti effetti collaterali.

Ho il fegato con parecchie metastasi, alcune in posizioni davvero critiche, e sono proprio queste da trattare il prima possibile per evitare che, una volta entrate nelle vie biliari, mi rendano assai difficile sopravvivere.

La mia storia comincia nel 2010 con un cancro al seno a cui sono seguiti mastectomia e le cure da protocollo (radio intraoperatoria, chemioterapia...). Dopo cinque anni in cui sono stata libera da malattia, nel 2015 scopro di avere diverse metastasi a fegato e linfonodi. Intraprendo altri cicli di chemioterapia, ma contemporaneamente inizio a modificare il mio approccio alla malattia, anche grazie all'incontro con un medico speciale. Nel 2016 faccio la prima termoablazione al fegato che poi ripeterò nel 2017.  A Gennaio 2018, inaspettata, ad un controllo compare una lesione all'osso del cranio, che riesco a neutralizzare in pochi mesi con una radioterapia stereotassica.

Siamo nel 2019 e il Dr. Prof. tedesco mi ha detto: “signora, è un miracolo che lei sia ancora viva!”. In questo momento, secondo lui, non reggerei una chemioterapia classica...mi ucciderebbe!

Per scrivere queste righe, direttamente dalla stanza in cui sono in attesa di fare il primo trattamento, ne ho fatta un'altra delle mie, ma avevo bisogno di esprimermi e comunicare con qualcuno. “Daje Ale!” - mi sono detta – e sono letteralmente sgattaiolata fuori dalla stanza con il mio camice - aperto dietro, ovviamente! - di fronte a un gruppetto di tedeschi che mi guardavano sbigottiti.

Qualche spiegazione - ovviamente laica! - al miracolo di cui sopra ce l'avrei! In questi anni ho imparato a non identificarmi con la malattia. Ho coltivato uno spirito critico, una resilienza, una curiosità, una voglia di capire e di chiedere sempre, a costo di rompere le ovaie a oncologi e prof!

Ho vissuto, amato, viaggiato, nutrendomi di arte, impegno sociale e politico e soprattutto di flamenco, alè!

Il cancro è una malattia che fa paura, ha origini multifattoriali e per questo credo debba essere affrontata su diversi piani. É il cosiddetto approccio olistico, un orientamento che si prende cura non solo dell’organo colpito, ma di tutto il corpo, sostenendo il sistema immunitario (messo a dura prova dalle sole terapie tradizionali), la mente e lo spirito.

Dal 2015 ho intrapreso un percorso di medicina integrata, rivoluzionato la mia alimentazione, ho iniziato agopuntura, migliorato il mio stile di vita, meditato, intrapreso un percorso psicoterapeutico di conoscenza e consapevolezza. Last but not least, ho ripreso le scarpette da danza da anni appese alla parete!

Ho ancora un sacco di cose da fare in questa vita e queste cure sono importanti per migliorare la mia prognosi e la mia qualità di vita.

Io non mi arrendo!

"alè Ale, torna a ballare!"



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Causale:
Sosteniamo Alessandra


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My name is Alessandra Capone, I’m 47 years old and this is my story.

On April 29th, 2019, at the Klinikum der Johann Wolfgang Goethe- Universität in Frankfurt I began a very expensive medical treatment: a hepatic chemoperfusion and chemoembolization to my liver, due to metastatic breast cancer.

I chose Frankfurt because here they’re used to treating hard and risky cases like mine, the ones others refuse to face. Each treatment has a cost of € 3.900,00, and I’ll still need to have at least three or four of them! To that we have to add the travel and accommodation expenses for myself and the person who will accompany me. This is necessary as I need assistance and help after the treatments due to their serious side effects.

My liver presents lots of metastasis, some of them in critical position: these are the ones to treat as soon as possible, to avoid their entrance into the biliary tract as this would make my survival very difficult.

My story begins in 2010, with a breast cancer, followed by a mastectomy and the protocol treatments (intraoperatory radiotherapy, chemotherapy...). Five years later, during which I was free from the disease, in 2015 I discovered various metastasis to my liver and lymph nodes. Thus, I began new cycles of chemotherapy, but meanwhile I started changing my approach to the disease, also thanks to the encounter with a very special physician. In 2016, I had my first thermoablation to the liver, which I repeated in 2017. In January 2018, during a check-up, an unespected lesion appeared on my skull bone: I was able to neutralise it in few months through a stereotactic radiotherapy.

We are now in 2019 and the German Dr. Prof. is telling me: “Lady, it's a miracle you're still alive!”. In his opinion, at this time I can’t undertake classic chemotherapy... It would kill me!

To succeed in writing these lines, I pulled one of my usual stunts directly from the room in which I’m waiting for the first treatment, but I needed to express and communicate to someone. “C’mon, Ale!” - I told myself – and I literally sneaked out of the room wearing my gown - open at the back, obviously! - in front of a little group of German people looking at me, appalled.

I have some explication – laic, of course – to the miracle above! During these years, I’ve learned to not identify myself with my disease. I grew a critical thinking, resilience, curiosity and the desire to  understand and always ask questions, even if it means “to break the ovaries” to oncologists and professors!

I’ve always lived, loved and travelled nurturing myself with art, social and political commitment and, most of all, flamenco! Alé!

Cancer is a scary disease, it has multifactorial origins and that’s why I claim it must be faced on different levels. It’s the so-called “holistic approach”, an orientation which cares not only about the affected organ, but also about the whole body, supporting the immune system (strained by traditional therapies), your mind and spirit.

Since 2015, I’ve followed the path of integrative medicine, revolutionising my diet. I started acupuncture, improved my lifestyle, mastered meditation and have taken a psycotherapic path to knowledge and awareness. Last but not least, I took down my dance shoes that had been hung up for years.

I still have tons of things to do in this lifetime, and these treatments are fundamental to improve my prognosis and the quality of my life.

 I do NOT give up!

 “Alé Ale, keep on dancing!”


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