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GLI ABITI DEL MALE

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L'associazione Culturale Clan degli Attori non si ferma.
Dopo la chiusura forzata dello spazio, il Clan Off Teatro di Messina, che negli anni ha ospitato artisti di fama internazionale e organizzato stagioni teatrali di gran pregio, mira oggi a un progetto tanto audace quanto necessario per resistere: 
GLI ABITI DEL MALE.

LE RIFLESSIONI ALLA BASE DEL PROGETTO
La pandemia del Covid-19 ha costretto la popolazione mondiale a radicali cambiamenti inerenti alle abitudini, agli stili di vita, alle dinamiche sociali.

Una socialità differente comporta metamorfosi personali che investono la sfera emotiva e psicologica dell’individuo.
Il progetto, da un'idea di Giusi Arimatea e Giovanni Maria Currò, nasce dall’urgenza, ora che i contraccolpi della pandemia sono manifesti, di riflettere sulle perversioni ataviche del singolo. I sette vizi capitali costituiscono il pretesto per scrutare la natura umana, messa a nudo dalla segregazione, dalla paura, dal turbamento.

Lo sguardo sulla dissolutezza è indulgente. I vizi eguagliano. I vizi sono quel che resta quando ci si toglie la maschera del vivere sociale.
Assistere alla messa in scena d’un vizio capitale, nella pluralità delle forme cui si presta la scrittura a più mani, è riscoprire essenzialmente chi siamo.
Il teatro, in questo tempo sospeso, può continuare ad accogliere i vizi, l’uomo. L’assenza di spettatori lo trasporta inevitabilmente altrove. Un altrove alla portata di tutti, senza luogo e senza tempo definito: lo streaming.

I DETTAGLI DEL PROGETTO
Sette cortometraggi dunque, relativi a sette singole drammaturgie; sette episodi di una singola “serie”.  Sette parti di un progetto unico tra teatro e cinema.

In più, una volta traslocati i vizi, si sceglie di azzardare: le riprese saranno effettuate esclusivamente con l’unico mezzo contro il quale il teatro ingaggia da sempre una lotta, il cellulare. Non era riuscito, quasi sempre, a entrare acceso a teatro. Adesso si accende per accogliere il teatro. Un significativo paradosso di questo incredibile tempo.

Ogni singolo lavoro avrà un titolo a sé stante e come sottotitolo il vizio capitale tema dell’episodio a cui si fa riferimento.
Elementi scenici, oggetti, arredi, musiche, titoli iniziali e di coda costituiranno il trait d’union dei sette episodi e daranno all’intera opera un’impronta di serie televisiva.
Le sette opere saranno curate da altrettanti autori, tutti siciliani:

Rino Marino (ira)
Salvatore Rizzo (lussuria)
Giusi Arimatea (avarizia)
Tino Caspanello (accidia)
Giuseppe Massa (invidia)
Luana Rondinelli (gola)
Rosario Palazzolo (superbia)

La direzione dei cortometraggi sarà affidata al regista Giovanni Maria Currò.
La sicilianità sarà alla base di ogni opera e ogni singolo vizio capitale intimamente legato alla nostra Terra: i luoghi, le architetture, gli scorci, il linguaggio e i personaggi avranno una connotazione fortemente espressiva della Trinacria.
Dentro i perimetri della Sicilia i vizi possiedono il requisito dell’esclusività, nell’amplificazione delle fisionomie, nella teatralità delle forme, nel fatalismo che ne attenua gli esiti.

Questo progetto si pone in mezzo: tra il teatro e il cinema. Mondi dissimili, ma per molti versi vicini. L’ambizione più grande: un prodotto artistico che non sia catalogato come teatro né come cinema. Un'opera che sia entrambi, ma anche altro. Un prodotto inedito e artisticamente innovativo, ancorché audace.
L’importanza strategica del progetto per la cultura e per l’economia dei luoghi siciliani ove si svolge ci induce a intensificare gli sforzi per il reperimento delle risorse necessarie.

Organizer

Associazione Culturale Clan Degli Attori
Organizer
Messina, SC

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