Nasra e i suoi 8 figli, dallo Yemen alla Tunisia
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RACCOLTA ORA CONCLUSA
Ci si accorge che vivono lì solo quando si è a un passo dalle transenne. Coperte e teli tirati sopra gli sbarramenti di metallo, di fronte all’ingresso della sede dell’UNHCR di Tunisi, direttamente sulla strada, con le auto che sfrecciano a pochi centimetri da dove lei riposa con i suoi figli.
Fra le tante situazioni critiche che ho visto in Tunisia negli ultimi giorni, questa le batte tutte. Ecco perché vorrei fare qualcosa, se mi date una mano.
“Sono Nasra, una donna yemenita del Governatorato di Al Hudaydah. Ho otto figli e sono sposata, e prima della guerra vivevo una vita felice con i miei bambini e mio marito. Il conflitto però è arrivato nello Yemen e ha distrutto tutto. Mio marito è stato arrestato e torturato in custodia finché non ha rinunciato a tutte le proprietà, l'auto, la casa e la fattoria”.
Allora la famiglia è fuggita in Sudan.
Poi in Chad.
Poi in Niger.
E attraverso il Sahara algerino.
"Siamo stati arrestati dalle autorità algerine e rispediti nel Sahara. Allora siamo andati in Libia e là è stato molto difficile per noi. Quindi abbiamo deciso di venire in Tunisia, per chiedere asilo".
Nasra ha in tasca il suo documento di rifugiata. Solo che con quello non può dar da mangiare ai suoi figli, né pagare un affitto. Ha bisogno di una mano per provare a togliersi di lì.
“Cerco e mi sforzo di rendere felici i miei bambini. Mi sono accampata qui davanti, sperando che UNHCR trovi una soluzione, una casa o altro. Piango ogni giorno per il rimorso, l’oppressione e la tristezza. Do ai miei figli felicità il più possibile”.
Organizer
Francesca Ghirardelli
Organizer
Bergamo, LM