RestaurareRestituire. Una promessa a Cammarata.
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Restaurare / restituire.
Una promessa per Giovanni Cammarata, artista autodidatta, architetto dell’utopia.
Questa è la storia di un muratore e artigiano, Giovanni Cammarata (1914-2002). Dopo la
guerra e l’emigrazione in America si stabilì a Maregrosso, nella zona sud di Messina, in
una baracca. Ma la sua arte e la sua tenacia lo portò a trasformare quella baracca, in
trent’anni di lavoro, in un fantasioso castello con sculture in cemento, mosaici in pietra,
assemblaggi, un colorato pantheon di madonne, personaggi mitologici, Don Chisciotte,
Stanlio e Ollio... Ribattezzò via Maregrosso «via Belle Arti», dipingendo murales,
immaginando che la cultura e la bellezza potessero avere la meglio contro il degrado e la
violenza. La sua creazione fu demolita nel 2007 dalle ruspe, per far posto a un
parcheggio: oggi resta solo la facciata istoriata e sculture sparse.
Questa è anche la storia di una promessa. Prima di morire il cavalier Cammarata disse
all’amica e suo avvocato Anna Mazzaglia (avvocato impegnato nei diritti umani e artista):
«Le opere che riuscirai a salvare devono tornare qui. Appartengono a Maregrosso, ai
bambini che si salveranno osservando la bellezza e poi farai il Museo e la scuola dei
calchi». È passato molto tempo, il cerchio va chiuso. Anna scrive agli amici della casa del
Cavaliere: «Prima che anche io mi tramuti in farfalla devo adempiere alla promessa. Un
sostegno perché la speranza non deve e non può morire... perché sono gli artisti che
indicano la strada della consapevolezza e che promuovono il Nuovo Mondo».
La raccolta fondi vuole sostenere il restauro di alcune sculture superstiti di Cammarata.
Un’azione collettiva: pensiamo a un restauro partecipato, in dialogo con le scuole, come
sarebbe piaciuto al cavaliere. Restaurare e restituire: prepararsi a riportare – prima
digitalmente, poi concretamente – il cemento dipinto di Cammarata nei suoi luoghi. Perché
Maregrosso non è solo un quartiere post-industriale: è una chiave del futuro di Messina e
di molte città italiane in cerca di identità. Un babelico autodidatta ci ha regalato una
visione: conciliare l’immaginario e la strada, l’ingiustizia sociale delle baracche, l’epica e il
cinema, lo slancio verso il mare... Sta a tutti noi saper raccogliere l’eredità di questo urlo
territoriale e di questa poetica della meraviglia.
P.S.
I manuali del marketing insegnano che un progetto deve passare da una foto sintetica. Ma
questa è una storia di incanto e di lotta. Anna ha scelto allora di proporre un suo storico
video di 19 minuti: quando il futuro era ancora aperto, la casa era intatta, chi non c’è più
ballava. L’ombra di Fellini a Maregrosso. Facciamo in modo che ritorni.
Una promessa per Giovanni Cammarata, artista autodidatta, architetto dell’utopia.
Questa è la storia di un muratore e artigiano, Giovanni Cammarata (1914-2002). Dopo la
guerra e l’emigrazione in America si stabilì a Maregrosso, nella zona sud di Messina, in
una baracca. Ma la sua arte e la sua tenacia lo portò a trasformare quella baracca, in
trent’anni di lavoro, in un fantasioso castello con sculture in cemento, mosaici in pietra,
assemblaggi, un colorato pantheon di madonne, personaggi mitologici, Don Chisciotte,
Stanlio e Ollio... Ribattezzò via Maregrosso «via Belle Arti», dipingendo murales,
immaginando che la cultura e la bellezza potessero avere la meglio contro il degrado e la
violenza. La sua creazione fu demolita nel 2007 dalle ruspe, per far posto a un
parcheggio: oggi resta solo la facciata istoriata e sculture sparse.
Questa è anche la storia di una promessa. Prima di morire il cavalier Cammarata disse
all’amica e suo avvocato Anna Mazzaglia (avvocato impegnato nei diritti umani e artista):
«Le opere che riuscirai a salvare devono tornare qui. Appartengono a Maregrosso, ai
bambini che si salveranno osservando la bellezza e poi farai il Museo e la scuola dei
calchi». È passato molto tempo, il cerchio va chiuso. Anna scrive agli amici della casa del
Cavaliere: «Prima che anche io mi tramuti in farfalla devo adempiere alla promessa. Un
sostegno perché la speranza non deve e non può morire... perché sono gli artisti che
indicano la strada della consapevolezza e che promuovono il Nuovo Mondo».
La raccolta fondi vuole sostenere il restauro di alcune sculture superstiti di Cammarata.
Un’azione collettiva: pensiamo a un restauro partecipato, in dialogo con le scuole, come
sarebbe piaciuto al cavaliere. Restaurare e restituire: prepararsi a riportare – prima
digitalmente, poi concretamente – il cemento dipinto di Cammarata nei suoi luoghi. Perché
Maregrosso non è solo un quartiere post-industriale: è una chiave del futuro di Messina e
di molte città italiane in cerca di identità. Un babelico autodidatta ci ha regalato una
visione: conciliare l’immaginario e la strada, l’ingiustizia sociale delle baracche, l’epica e il
cinema, lo slancio verso il mare... Sta a tutti noi saper raccogliere l’eredità di questo urlo
territoriale e di questa poetica della meraviglia.
P.S.
I manuali del marketing insegnano che un progetto deve passare da una foto sintetica. Ma
questa è una storia di incanto e di lotta. Anna ha scelto allora di proporre un suo storico
video di 19 minuti: quando il futuro era ancora aperto, la casa era intatta, chi non c’è più
ballava. L’ombra di Fellini a Maregrosso. Facciamo in modo che ritorni.
Fundraising team: Team di raccolta fondi (5)
Anna Mazzaglia
Organizer
Messina, SC
Pier Paolo Zampieri
Team member
Carmelo Pino
Team member
Gabriele Babele
Team member
Massimiliano Severi
Team member