Sono scappata da casa dopo l'esame di stato.
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Ciao, sono Amina, ho 18 anni. La mia storia va avanti da tanti anni ma circa 3 mesi fa, quando la mia famiglia marocchina ha scoperto attraverso una conoscente che fossi fidanzata e che mi vesto come una adolescente occidentale, la situazione è degenerata. Quel giorno è stato un incubo. Appena tornata a casa ho provato una paura indescrivibile. Incrociavo solo sguardi d'odio, di delusione e di rabbia. Iniziarono le urla che riuscirono a lacerare qualcosa di più del silenzio. Mia sorella ha iniziato a picchiarmi in faccia e a tirarmi per i capelli portandomi a terra. Io riuscivo solo a piangere non riuscivo a difendermi. Non volevo farlo. I colpi aumentavano di forza e frequenza ma non riuscivo a sentire dolore. Le parole mi colpirono più forte dei pugni che ricevevo in continuazione. Sentivo solo " Sei una puttana", "Invece di pensare alla scuola pensi a fare la troia in giro", "Non sei più la brava ragazza che conoscevamo", "Hai portato disonore alla famiglia", "Papà se fosse ancora vivo ti avrebbe odiato, l'hai deluso", "Se morivi era meglio, perché non sei morta con nostro padre 8 anni fa", "Ora ti odiamo tutti e per noi sei morta". Ho dovuto sentirmi dire le cose peggiori per tutto quel giorno e nei mesi successivi. Mi hanno immediatamente sequestrato il telefono e hanno letto tutte le mie conversazioni e visto tutte le mie foto in galleria. Mi hanno messa a nudo violando ogni mia piccola intimità. Dopo aver conosciuto la vera amina, mi hanno ripudiata. Non riuscivano neanche a guardarmi. Mia sorella mi continuava a ripetere che se fosse stata in me si sarebbe suicidata dopo quella vergogna. Hanno preso tutti i miei vestiti aderenti e corti e li hanno strappati e bruciati. Mia madre non riusciva più a guardarmi e a tenermi la mano. Io continuavo a ripetere che ero sempre sua figlia ma lei non mi rispondeva. Mi hanno subito detto che per me la scuola è finita, che non ci sarei più andata anche se avessi supplicato fino alla morte. Mi volevano privare della cosa più importante della mia vita: l'unico posto in cui potevo dimostrare le mie capacità e in cui potevo essere me stessa. A questa notizia sono crollata. Ho dovuto supplicare 3 giorni continui mattina e notte senza dormire. Alla fine hanno acconsentito di farmi finire le superiori poiché mancava un mese e le persone si sarebbero insospettite se avessi fatto il contrario. Mi hanno detto di scrivere l'orario di scuola, i minuti di pausa, i numeri dei professori, l'orario del pullman e dove si ferma ogni giorno. Mi minacciavano di venire a scuola a sorpresa per chiedere se parlavo con qualche ragazzo quindi avrei dovuto fare la brava se avessi voluto finire quei pochi giorni di scuola. L'università me la dovevo scordare distruggendo così tutti i miei sogni di diventare un medico. Secondo loro avrei dovuto lavorare per il resto della mia vita con un familiare che mi possa controllare, non sarei mai dovuta uscire, avrei dovuto pensare solo a riacquistare la fiducia e fare come dicono così tutto sarebbe ritornato alla normalità. Dopo l'esame di maturità avevano in mente di portarmi dal dottore per controllare se fossi ancora vergine o meno. Se non fossi stata vergine avrebbero subito riparato "l'errore" che avevo commesso facendomi sposare qualcuno all'istante. Non erano minacce al vento, sapevo che non erano mai stati più seri di così. Ero distrutta, dovevo pensare sia alla maturità sia alla mia situazione. Dovevo studiare con la porta aperta, venivano ogni 10 minuti per capire se avevo un telefono o stavo studiando. Non potevo dormire da sola e anche per uscire a buttare la spazzatura non dovevo superare un minuto fuori. Ogni giorno mi sentivo ripetere le stesse cose, ormai ero abituata al male che mi stavano infliggendo. Ho sopportato e ho resistito fino alla maturità. Sono riuscita ad uscire con 100 e lode da uno scientifico malgrado la situazione. Il giorno dell'orale mi hanno aiutato gli assistenti sociali che mi hanno portato in una struttura. In quest'ultima non mi sono riuscita ad ambientare e allora ho deciso di uscire da essa.Ora sono da sola con pochi soldi e devo pensare al mio futuro. Ho intenzione di proseguire i miei sogni per diventare dottoressa iscrivendomi alla facoltà di medicina. Non nego di aver bisogno di aiuto e che da sola non ce la potrei mai fare. Ammetterlo è già di per sé coraggioso. Questi fondi verranno utilizzati per la mia istruzione, insieme a quelli che accumulerò da sola lavorando senza studiare fino al prossimo anno, ed insieme ad eventuali bonus; in modo che possa diventare ciò che avevo promesso a mio padre da piccola. Farò di tutto per mantenere la promessa. Ho già ottenuto la mia libertà ma per poter essere esercitata ho bisogno di avere la mia indipendenza economica. Vi chiedo con il cuore in mano di aiutare una ragazza che ha bisogno di voi.
English:
Hello, I am Amina, I am 18 years old. My story has been going on for many years but about three months ago, when my Moroccan family found out through an acquaintance that I was engaged and that I dress like a western teenager, the situation escalated. That day was a nightmare. As soon as I got home I felt indescribable fear. I only met looks of hatred, disappointment and anger. The screams began, which managed to tear more than silence. My sister started hitting me in the face and pulling me by the hair, taking me to the ground. I could only cry I could not defend myself. I didn't want to. The blows increased in force and frequency but I could feel no pain. The words hit me harder than the punches I was constantly receiving. All I heard was " You are a whore", "Instead of thinking about school you think about being a slut around", "You are no longer the good girl we knew", "You have brought dishonour to the family", "Daddy if he was still alive would have hated you, you have let him down", "If you died it would have been better, why didn't you die with our father 8 years ago", "Now we all hate you and you are dead to us". I had to hear the worst things said to me throughout that day and the following months. They immediately seized my phone and read all my conversations and saw all my photos in the gallery. They bared me, violating my every little intimacy. After meeting the real amina, they disowned me. They couldn't even look at me. My sister kept telling me that if she were me she would commit suicide after that shame. They took all my tight, short clothes and tore and burned them. My mother could no longer look at me and hold my hand. I kept repeating that I was still her daughter but she would not answer me. They immediately told me that school was over for me, that I would no longer go there even if I begged to death. They wanted to deprive me of the most important thing in my life: the only place where I could demonstrate my abilities and where I could be myself. At this news I collapsed. I had to beg for three continuous days morning and night without sleeping. They finally agreed to let me finish high school because it was a month away and people would get suspicious if I did the opposite. They told me to write down the school timetable, the break minutes, the teachers' numbers, the bus schedule and where it stops every day. They threatened to come to the school as a surprise to ask if I talked to any boys so I would have to be good if I wanted to finish those few days of school. I had to forget university, thus destroying all my dreams of becoming a doctor. According to them I would have to work for the rest of my life with a family member who could control me, I would never have to go out, I would only have to think about regaining my confidence and do as they say so all do as they say so everything would go back to normal. After the high school graduation exam they were planning to take me to the doctor to check if I was still a virgin or not. If I wasn't a virgin they would immediately fix the 'mistake' I had made by marrying someone instantly. They were not threats in the wind, I knew they were never more serious than that. I was devastated, I had to think about both my maturity and my situation. I had to study with the door open, they came every 10 minutes to see if I had a phone or I was studying. I couldn't sleep alone and even to go out to throw the rubbish I didn't have to spend a minute outside. Every day I heard the same things repeated to me, by then I was used to the evil they were inflicting on me. I endured and resisted until I reached maturity. I managed to get out of a science class with 100 and honours despite the situation. On the day of the oral exam, I was helped by social workers who took me to a facility. I couldn't settle in and so I decided to get out of it.Now I am on my own with little money and I have to think about my future. I intend to pursue my dreams of becoming a doctor by enrolling in medical school. I do not deny that I need help and that I could never manage on my own. Admitting this is courageous in itself. These funds will be used for my education, together with the funds I will accumulate on my own by working without studying until next year, and together with any bonuses; so that I can become what I promised my father when I was a child. I will do everything to keep my promise. I have already obtained my freedom but in order to be able to exercise it I need to have my financial independence. I ask you from the bottom of my heart to help a girl who needs you.
Organizer
Amina Chemsi
Organizer
Massa Marittima