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Ciao, siamo Paolo e Diane, abbiamo lavorato e vissuto in Tanzania per molti anni e durante questo periodo abbiamo conosciuto una persona stupenda: Sr. Anna Brigitta, una suora olandese che da tanti anni si occupa di un Centro Lebbrosi a Bukumbi, un piccolo villaggio sulle sponde del Lago Vittoria.
Il campo è stato istituito dal Governo della Tanzania nel 1972 con l’obiettivo non dichiarato di radunare i lebbrosi lontano dalla città, principalmente con l’intento di liberare le strade da malati e mendicanti con il pretesto di offrir loro un tetto, terra da coltivare e la protezione di una fantomatica organizzazione governativa che avrebbe dovuto prendersi cura delle loro necessità base come cibo ed assistenza medica.
La ragione che ha spinto questa gente ad accettare un tale destino va ricercata nel profondo delle radici culturali dei villaggi africani, dove un lebbroso e la sua famiglia sono considerati una maledizione per l’intera comunità. In questa zona infatti, sono ancora molti i casi di “stregoneria” operati sui malati con l’intento di eliminarli fisicamente.
Il Governo avrebbe dovuto impiantare un’organizzazione medico sanitaria che si sarebbe dovuta occupare di loro. Purtroppo la realtà è ben diversa, e la struttura fantasma non si occupa di fornire ai malati neppure le necessità di base quali cibo e medicine.


  • Sr. Anna da 18 anni sta combattendo giorno per giorno per procurare cibo, medicinali, biancheria, e tutto il necessario per far vivere ai lebbrosi un esistenza dignitosa.
  • Il campo ospita 155 lebbrosi con le rispettive famiglie, i bambini e qualche anziano. Purtroppo ci sono ancora sporadici nuovi casi di lebbra, ad indicare che questa piaga é ancora una minaccia.
  • La malattia ha già divorato a molti di loro dita, mani, piedi, arti interi. Hanno bisogno costante di cure e medicine.
  • Il campo é circondato da una comunità formata perlopiù dai familiari dei pazienti. Figli, obbligati dalle regole a lasciare il campo quando raggiungono la maggiore età, vengono poi gettati in pasto ad una società ignorante che non sa e non vuole accettarli.
  • Per loro é praticamente impossibile trovare un lavoro o un partner fuori dal campo. Hanno addosso quell’invisibile e pesante marchio “lebbroso” che si ritrovano cucito sulla pelle solo perché hanno un familiare nel campo.
  • Queste condizioni di vita così povere e tristi sono un fertile terreno dove il virus HIV che genera l’AIDS si propaga aggiungendo sofferenza e miseria a queste vite disperate.
  • Non sono isolati infatti i casi di bambini nati sieropositivi. Alcune giovani mamme ne muoiono o sono costrette dal loro stato di salute a vivere in condizioni precarie.
  • Orfani e figli di fatto abbandonati non hanno altra scelta che restare nel campo e spendere la loro fanciullezza allo sbando o prendendosi cura dei nonni colpiti dalla lebbra.


Per anni Sr. Anna da sola, ha affrontato la sua battaglia per prendersi cura di questa comunità. Ogni Martedì caricava la sua vecchia Toyota con zucchero, farina di mais, farina di grano, lardo, miglio, pesce essiccato, sale, sapone e vasellina e partiva per il campo per distribuire il tutto. Ora la sua eredità è stata raccolta da un gruppo di giovani che nel corso degli anni hanno raccolto la sua eredità.

Ci sono più di 50 bambini nel Campo che sognano un futuro. Alcuni sono già sieropositivi, altri orfani, ma tutti malnutriti, senza vestiti e senza altra prospettiva se non quella di crescere all’interno dei confini del “leprosy camp”. Tagliati fuori dalla società. Marchiati dalle cicatrici della Lebbra. Disprezzati dall’umanità.

Il sogno di Sr. Anna era quello di sollevare questi bimbi da una vita polverosa, e di creare un veicolo d'integrazione fra questi bambini e la comunità che li circonda, aiutando nel contempo le nuove generazioni dei villaggi vicini a capire la verità sulla lebbra. Una verità ancora oscura anche per molti abitanti del “primo mondo”.
Oggi la lebbra é una malattia curabile.

Diane ed io abbiamo così deciso di donare al campo un Asilo Montessori completo e funzionante. Con una spesa pari a circa 5.000 Euro, siamo stati in grado di comprare un piccolo terreno adiacente al campo, costruire l’asilo con attigua sistemazione per l’insegnante, un bagno esterno e provvedere a tutto il mobilio necessario.
L’asilo è oggi al suo dodicesimo anno di vita e in questo periodo ospitato formato più di 400 bambini. Quest’anno ospitiamo 37 bambini, fra cui diversi provenienti dai villaggi che circondano il campo che all’asilo non troveranno solo un’insegnante che si prenderà cura della loro preparazione, ma anche un pasto caldo, in alcuni casi l’unico che avranno a disposizione nell’intera giornata, e un ambiente pulito e sereno dove crescere e imparare relazionandosi con gli altri.


Per riuscire a sostenere le spese dell'asilo abbiamo fondato una ONLUS che è riuscita a creare una rete di donatori che ci hanno sempre fedelmente supportato. Il 2021 è stato però un anno di cambiamenti a livello legislativo in Italia per ciò che riguarda il terzo settore, e per noi, con le nostre piccole risorse, continuare ad operare come ONLUS significherebbe utilizzare buona parte di quanto riusciamo a raccogliere solo per far fronte alle spese che ne deriverebbero.

A malincuore abbiamo quindi deciso di chiudere la ONLUS, ma non di abbandonare i "nostri bimbi".
Abbiamo quindi pensato di creare questa campagna per raccogliere nel corso dell'anno la somma che ci permetterà di aiutare Sr. Anna a pagare gli stipendi di chi lavora nell'asilo, a garantire un pasto caldo ai bambini, delle uniformi, il materiale scolastico, ed un luogo pulito e sicuro dove crescere. Sì, tutto questo con soli 5.000 € all'anno.

Aiutaci a fare la differenza, aiutaci a sostenere l'Asilo Montessori al Bukumbi Leprosy Camp




Organizer

Paolo Pagnotta
Organizer
Loreto

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