Support Hossam and his family to survive in Gaza
Donation protected
(Italian, Spanish and German below)
This fundraiser starts from Italy, because from Gaza it is not possible to start direct collections on gofundme. The text, photos and video were sent to us by Hossam. We, as his friends, simply started the campaign and translated his words.
Hi friends. My name is Hossam from Gaza, Palestine.
From an early age, I learned to get used to living in the shadow of wars. Despite them, I did not lose hope and have always strived in various ways to enjoy a better life.
It was only a few weeks after I graduated from the Faculty of Commerce, Department of Accounting at the University of Palestine, that the disaster began. Here I am now living the worst war I have ever witnessed in my life till this day, as I write these words on the 105th day of this devastating tragedy.
Our entire house was destroyed, along with our dreams, source of livelihood, and my memories of my friends who miraculously survived, as far as I know. I no longer see them or know anything about them anymore.
My family and I are now left without a home or shelter, and the only solution we had was to live in a tent in the southern area, Rafah in particular, as it is called a “safe area”, hoping that we would remain alive, despite the absence of any safe areas in the Strip today.
Unfortunately, it is difficult for us to communicate with friends and family at the present time, as communications and the Internet are often cut off, so we are immersed in vortexes of bombing and explosions, unable to check on others to know who we lost and who survived, and we remain wondering, “Who have we lost? Will we lose anyone in the next moments?”.
We wake up every morning to homes being bombed, while the smell of gunpowder fills our chests. We rush to check on each other, while my father’s voice fills the air every single time:“Did we all survive?”.
We rush to search for people among the rubble of the houses, saving whoever we can, and leaving those who were killed with no hope of being saved, to lie among the stones and ash, hoping that the stones will provide them with more warmth than the shrouds that destroyed hospitals provide. They are now in God's shelter, at least.
I then try to catch a few moments of sleep so that I can wake up the next day to support my family with their essential needs that are no longer available in the first place, such as water and food. It has become exhausting, and time and energy consuming to be able to obtain them, and we do not even know whether we will find them again or not! The question that always remains is: “when are we doing to run out of food and water?”. It is only a matter of time.
After trying to find food and water, I go back to our tent and try to repair the damaged tent cover and wood, so that it may survive these cold weather depressions. Each night, I hear the voice of our neighbors, mixed with the sound of strong winds and prayers that it does not suddenly rain in the dark of the night.
I always remember when I was told to follow my dreams of establishing my own business due to my many certificates, skills, and active participation in society. However, I am now trying to learn the skills necessary to save myself and my family from this war, and to find a better shelter to protect us from the cold and enjoy safety under a roof without fear of it falling on us, as I do not want to die except satisfied with myself and with my life, after achieving my ambitions and dreams, benefiting from my graduation certificate, and starting my own business for me and my family.
These days, I always hear a voice in my head asking: Will we be left to be killed? Will I lose a family member after all this? I do not know how long we will remain like this, but I want to go on with my life like any student who has graduated and wishes to begin his life as a young adult, away from this genocide. I want to go back to feeling happy. I want to restore the memories of the walls of my room, their warmth, and the flavor of the most delicious sweets that my mother was famous for preparing every night. I even started dreaming for some time to finally give myself the opportunity to feel sad and grieve for the friends and neighbors I lost.
I think my fingertips are frozen from writing now, and that words will not even be enough to depict the death scenes. This is a very small part of what happened and is still happening. The remainder of the text will remain lost until I narrate these events one day somewhere in front of people who did not live them.
Today, the price required to pass through the Rafah crossing and leave the Strip is unsustainable.
I am now asking for your help to collect some money so that I, and my family of 7, can travel with what dreams we have left, before we are buried here among the rubble.
ITA
Questa raccolta fondi parte dall'Italia, perchè da Gaza non è possibile far partire raccolte dirette su gofundme. Il testo, le foto e il video ci sono stati inviati da Hossam. Noi, come suoi amici, ci siamo limitati ad avviare la campagna e tradurre le sue parole.
Ciao a tuttə, mi chiamo Hussam e sono di Gaza, in Palestina.
Son cresciuto all'ombra di tante guerre. Ho imparato a conviverci senza mai perdere la speranza, continuando a impegnarmi per arrivare a godere di una vita migliore.
Mi sono laureato alla University of Palestine in Economia e Commercio, poche settimane dopo è cominciato il disastro.
Oggi sono qui, a vivere la peggior guerra di cui sia mai stato testimone, scrivendo queste parole nel centocinquesimo giorno di devastante tragedia.
La nostra casa è stata completamente distrutta e con lei i nostri sogni, le nostre fonti di sostentamento, i miei ricordi con amici che - per quanto ne so - sono miracolosamente sopravvissuti. Non li ho più visti né ho saputo niente di loro.
Io e la mia famiglia ci siamo ritrovati senza casa o rifugio, la nostra unica scelta è stata andare a vivere in una tenda a Rafah, la cosiddetta "zona sicura" nella speranza di rimanere in vita. Ma nella Striscia non esistono più zone "sicure".
Con il taglio alle comunicazioni e a internet è diventato sempre più difficile comunicare con amici e familiari. Ci ritroviamo immersi in vortici continui di bombe e esplosioni e non possiamo nemmeno accertarci di chi sia sopravvissuto. Continuiamo a chiederci "Chi abbiamo perduto? E stiamo per perdere qualcun altro?".
Ci svegliamo ogni mattina con altre case bombardate e l'odore della polvere da sparo a riempirci i polmoni. Ci affrettiamo a controllarci l'un l'altro mentre la voce di mio padre ripete "Ci siamo tutti? Siamo sopravvissuti tutti?". Corriamo tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti, salvando quante più persone possibile e lasciandoci dietro morti senza speranza, a giacere tra polvere e calcinacci, sperando che le pietre diano loro più calore di quello offerto dai sudari negli ospedali distrutti. Hanno trovato rifugio presso Dio, almeno questo.
Mi sforzo di dormire un po', per svegliarmi la mattina in grado di aiutare la mia famiglia a mettere insieme beni essenziali non più disponibili come acqua e cibo. È diventato estenuante. Trovarli richiede tempo ed energie e non sai mai se alla fine li troverai davvero o no. Per poi ritrovarti ancora con la domanda "Fino a quando ancora ci saranno acqua e cibo?" È solo questione di tempo ormai.
Conclusa la ricerca torno alla tenda per riparare la copertura e fare legna, per darci modo di sopravvivere al freddo. Ogni notte le voci dei vicini si confondono con i suoni del vento e delle preghiere che non arrivi la pioggia nell'oscurità della notte.
Ripenso a quando mi veniva detto di inseguire i miei sogni, che con tutti i miei certificati e abilità dovevo perseguire l'idea di aprirmi un'attività in proprio. Eppure oggi sono qui, a cercare di imparare come far sopravvivere me e la mia famiglia alla guerra e trovare un rifugio migliore che ci protegga dal freddo, godere di un tetto sopra la testa senza temere che ti cada addosso. Perché non voglio morire prima di aver realizzato i miei sogni e le mie ambizioni, prima di essere soddisfatto di me stesso e aver goduto dei risultati del mio impegno, del mio studio, prima di aver aperto un’attività per me e la mia famiglia.
Una voce nella mia testa continua a chiedersi "Saremo noi i prossimi a essere uccisi? Perderò qualcuno della famiglia prima che tutto questo sia finito?". Non so per quanto ancora andrà avanti così, ma io voglio andare avanti con la mia vita. Voglio vivere come un qualsiasi neolaureato con le sue speranze e desideri per la sua vita da adulto, lontano da questo genocidio. Voglio tornare a sentirmi felice. Voglio recuperare i ricordi delle pareti della mia stanza e del loro calore, dei dolci squisiti che mia madre era famosa per preparare ogni notte. Ho persino iniziato a sognare di potermi finalmente dare la possibilità di sentire il dolore e la tristezza per tutti i vicini di casa e gli amici che ho perduto.
Credo che i miei polpastrelli si siano ormai congelati, e che le parole non saranno mai sufficienti per descrivere questi paesaggi di morte. Ciò che ho scritto è solo una piccolissima parte di quello che succede. Il resto rimarrà ad attendere fino al giorno in cui, chissà dove, racconterò questi eventi davanti a persone che non li hanno vissuti.
Oggi, il prezzo richiesto per passare il valico di Rafah e uscire dalla Striscia è diventato proibitivo.
Ora vi chiedo di supportarmi a mettere insieme dei soldi in modo che io e la mia famiglia di 7 persone possiamo partire con i sogni che ci sono rimasti, prima di finire sepolti qui, sotto le macerie.
ESP
Esta recaudación de fondos se lleva a cabo en Italia, ya que en gofoundme no es posible gestionarla directamente desde Gaza. Hossam nos envió el texto, las fotos y el vídeo. Nosotres, que somos sus amiges, nos limitamos a poner en marcha la campaña y a traducir sus palabras.
Hola amig@s, mi nombre es Hossam y soy de Gaza, Palestina.
Desde muy pequeño me he acostumbrado a vivir a la sombra de las guerras. Aún así, nunca he perdido la esperanza y siempre me he esforzado para disfrutar de una vida mejor.
Unas semanas después de haberme graduado en la facultad de Comercio, departamento de contabilidad de la universidad de Palestina empezó el desastre.
Ahora estoy viviendo la peor guerra que he presenciado de mi vida hasta al día de hoy, mientras escribo estas palabras es el día número 105 de esta devastante tragedia.
Nuestra casa ha sido destruida por completo, así como nuestros sueños, nuestra fuente de substancia y los recuerdos de mis amigos que, por lo que sé, han sobrevivido milagrosamente.
Ya ni los veo ni sè nada de ellos.
Mi familia y yo nos hemos quedado sin casa ni refugio, y la única solución es vivir en una tienda en el área sur, más precisamente en Rafah, llamada la “zona segura” y esperamos seguir con vida, aunque hoy end dia no hay ninguna zona segura en la franja.
Desafortunadamente al momento para nosotros es muy complicado comunicar con amigos y familiares, ya que las telecomunicaciones y internet están a menudo cortados. Así que nos quedamos en un vórtice de bombardeos y explosiones sin la posibilidad de chequearnos para saber quién ha sobrevivido y quien no, y nos preguntamos “¿A quién hemos perdido? ¿Perderemos a alguien próximamente?
Nos despertamos cada dia con casas bombardeadas, mientras el olor de la pólvora nos llena los pulmones.
Nos apresuramos para controlarnos el uno al otro, y cada vez la voz de mi padre llena el aire con un ¿hemos sobrevivido todos?
Vamos corriendo a busca personas entre los escombros de las casa, salvando a quien podamos y dejando a los que fueron asesinados sin esperanza de sobrevivir, para que las piedras y la ceniza proporcionen algo más de calor que las sudas que destruyeron los hospitales. Por lo menos ahora están en el refugio de Dios.
Después trato de dormir un poco para poder despertarme al día siguiente y ayudar a mi familia con sus necesidades básicas que ya no están disponibles como agua y comida.
Está siendo agotador y consume tiempo y energía poder obtenerlos y ni siquiera sabemos si lo encontraremos o no.
La pregunta que siempre se hace es ¿cuando acabaremos con el agua y la comida? Es solo cuestión de tiempo.
Después el intento de búsqueda de agua y comida, vuelvo a nuestra tienda y trato de reparar la cubierta y la madera dañadas, para que pueda aguantar estas rachas de frío.
Cada noche oigo las voces de los vecinos, mezcladas con el sonido del viento fuerte, que rezan para que no empiece a llover de repente en la noche oscura.
Siempre me voy a acordar de cuando me dijieron de seguir mi sueño y emprender por cuenta propia gracias a mis certificaciones, mis habilidades y participación activa en la sociedad.
Sin embargo ahora estoy aprendiendo las habilidades necesarias para salvarme y salvar mi familia de esta guerra y para encontrar un reparo mejor que nos proteja del frío y disfrutar de la sensación de seguridad bajo un techo , sin miedo de que se caiga encima nuestro, ya que no quiero morir sin antes estar satisfecho conmigo mismo y con mi vida, después de lograr mis sueños y objetivos, beneficiarme de mi grado y comenzar mi negocio, para mi y mi familia.
En estos días tengo una voz en la cabeza que se pregunta todo el rato “¿quedaremos para estar matados? Perderé algún familiar después de todo esto?” No sé cuánto vamos a estar así pero quiero seguir adelante con mi vida como cualquier estudiante que se haya graduado y desee empezar su vida de joven adulto, lejos de este genocidio.
Quiero volver a sentirme feliz. Quiero restaurar los recuerdos de las paredes de mi habitación, su calidez y el sabor de los dulces más deliciosos que mi madre era famosa por cocinar cada noche.
Incluso empecé a soñar a veces par a darme finalmente la oportunidad de sentir el duelo para los amigos y vecinos que perdí.
Creo que ahora las yemas de mis dedos estás congeladas por escribir y estas palabras ni siquiera serán suficientes para representar las escenas de muerte.
Esta es solo una pequeñas parte de lo que ha ocurrido y sigue sucediendo.
El resto del texto se quedará perdido hasta que un dia no narre estos eventos de frente a un público que no los ha vivido.
Ahora estoy pidiendo vuestra ayuda para recaudar dinero para que mi familia de 7 y yo podamos viajar con los sueños que nos quedaron antes que de que estemos enterrados aquí bajo los escombros.
GER
Diese Spendenaktion wird von Italien aus gestartet, denn von Gaza aus ist es nicht möglich, direkt auf gofundme zu sammeln. Der Text, die Fotos und das Video wurden uns von Hossam zugeschickt. Wir, als seine Freunde, haben die Kampagne einfach gestartet und seine Worte übersetzt.
Hi Freund*innen. Ich heiße Hossam und ich bin aus Gaza, in Palestina.
Von klein auf bin ich daran gewöhnt im Schatten des Krieges zu leben. Trotzdem habe ich nie die Hoffnung verloren und ich habe mich immer bemüht das Leben auf verschiedene Art und Weise zu genießen.
Nur ein paar Wochen nachdem ich meinen Abschluss in BWL am “Department of Accounting “ an der Universitat Palestinas absolviert hatte, begann das Desaster. Gerade erlebe ich den schlimmsten Krieg, den ich je gesehen habe. Dies schreibe ich am 105. Tag dieser schlimmen Tragödie.
Unser ganzes Hause wurde zerstört, zusammen mit unseren Träumen, der Urspung unseres Daseins und die Erinnerungen an meine Freund*innen, die, wie ein Wunder, soweit ich weiß, noch am Leben sind. Ich habe sie seit dem nicht mehr gesehen und ich weiß auch nichts von ihnen.
Meine Familie und ich haben weder Wohnung noch Zufluchtsort. Die einzige Möglichkeit, die uns bleibt, ist in einem Zelt zu leben in dem südlichen Teil, genauer gesagt in Rafah, das als "sicherer Ort" bezeichnet wird, in der Hoffnung, dass wir am Leben bleiben, ungeachtet dessen
dass es heute kein sicheres Gebiet im Gazastreifen gibt. Leider ist es gerade sehr schwierig für uns mit Freund*innen und Familie zu kommunizieren, da die Netzwerk Verbindung und das Internet oft unterbrochen werden. Somit sind wir inmitten von Explosionen und Bomben gefangen und es ist unmöglich zu kontrollieren, wen wir verloren haben und wer überlebt hat. Und wir fragen uns: "Wen haben wir verloren? Werden wir in der nächsten Minute jemanden verlieren?"
Wir wachen jeden Morgen mit dem Geräusch von Bomben auf, während uns der Geruch von Schießpulver umgibt. Wir stürzen hinaus, um zu schauen, ob alle noch am Leben sind, während mein Vater die ganze Zeit laut fragt: "Haben wir alle überlebt?" Wir stürzen hinaus und suchen nach Menschen in den Trümmern der Häuser, wir retten jede
Person, die wir retten können und lassen die Menschen zurück, die getötet wurden ohne jede Hoffnung auf Rettung, die zwischen den Steinen und der Asche liegen, in der Hoffnung, dass die Steine ihnen mehr Wärme geben als die Leichentücher, die die zerstörten Krankenhäuser bereitstellen. Zumindest sind sie jetzt unter Gottes Schutz.
Ich versuche wenigstens ein bisschen zu schlafen, sodass ich am nächsten Tag meine Familie mit den essentiellen Notwendigkeiten, wie Wasser und Nahrung, die nicht mehr unmittelbar vor Ort zu finden sind, versorgen kann. Das ist sehr anstrengend und es erfordert sehr viel Energie und Zeit, diese notwendigen Dinge zu besorgen, und wir wissen noch nicht einmal, ob wir etwas finden oder nicht. Die Frage, die immer bleibt ist: "Wann gehen wir raus, um nach Essen und Wasser zu suchen?". Es ist eine Frage der Zeit.
Nach dem Versuch Nahrung und Wasser aufzutreiben, gehe ich zu unserem Zelt zurück und versuche die zerstörte Zeltabdeckung zu reparieren, um die kalten Wetterbedingungen zu überstehen. Jede Nacht höre ich den starken Wind, die Stimmen meiner Nachbar*innen und deren Gebete danach, dass es in der dunklen Nacht nicht regnen solle.
Ich erinnere mich immer daran, dass mir gesagt wurde, dass ich meinen Träume folgen solle und meinen eigenen Betrieb gründen, da ich viele Zertifikate und Fähigkeiten habe und an sozialen Aktivitäten teilnehme. Jedoch versuche ich Fähigkeiten zu erlernen, die wichtig sind um mich und meine Familie vor diesem Krieg zu retten und um einen besseren Schutz vor der Kälte zu finden und die Sicherheit unter einem Dach zu haben, ohne die Angst dass dieses im nächsten Moment in sich zusammenfällt. Da ich nicht sterben will, ohne meine Träume und Ambitionen erreicht zu
haben und meinen eigenen Betrieb aufgebaut zu haben für mich und meine Familie.
Ich frage mich in diesen Tagen: "Sind wir hier, um zu sterben? Werde ich einen Familienangehörigen verlieren nach all dem? Ich weiß nicht, wie lange wir noch so leben werden, aber ich will mein Leben leben, wie jede studierende Person, die ihren Abschluss gemacht hat und das Leben als erwachsene Person beginnt, weit weg von diesen Genozid. Ich will zurück zu der Zeit in der ich glücklich war. Ich will die Erinnerung zurückrufen an die Wände meines Zimmers, dessen Wärme, und den Geruch der leckersten Süßigkeiten, die meine Mama jeden Abend backte. Ich habe sogar angefangen zu träumen, um mir selbst letztendlich die Möglichkeit zu geben traurig zu sein und um die Freund*innen und Nachbar*innen, die ich verloren habe zu trauern.
Ich glaube, dass jetzt meine Fingerspitzen kalt vom Schreiben sind, und keine Wörter könnten ausreichen, um die Todesbilder zu beschreiben und darzustellen. Das ist ein sehr kleiner Ausschnitt von dem was hier passiert ist und was weiterhin passiert. Eines Tages werde ich irgendwo vor Menschen sitzen, die das alles nicht erlebt haben und die ganzen Ereignisse erzählen, über die es schwer ist zu schreiben.
Heute ist der Preis, der verlangt wird, um den Grenzübergang Rafah zu passieren und den Streifen zu verlassen, unerschwinglich.
Ich bitte um eure Hilfe, Geld zu sammeln, sodass ich und meine 7köpfige Familie die Träume weiterleben können, die uns geblieben sind, bevor wir hier von den Trümmern begraben werden.
Organizer
Hossam's Friends
Organizer
Palermo, SC