
Un nuovo viaggio
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“Forse non ce la farai, a fuggire dal tempo, nemmeno arrivando ai confini del mondo. Ma anche se il tuo sforzo è destinato a fallire, devi spingerti fin laggiú. Perché ci sono cose che non si possono fare senza arrivare ai confini del mondo.”
Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia
Una decina di anni fa sono stata in Giappone.
Ho camminato per le strade del Giappone, mangiato piatti tipici del Giappone, visto città, templi, parchi, musei e volti giapponesi.
Sono rimasta colpita dal caos di Tokyo, e ammaliata dalla docile serenità di Kyoto.
E quindi, concludereste voi, mi è piaciuta talmente tanto che vorrei tornarci? Be, non proprio. Quello che sto per dirvi forse vi lascerà interdetti. Ecco, il punto è che il mio amore per il Giappone non è esploso mentre io c’ero, in Giappone.
Sono atterrata nella terra del sol Levante nell’aprile 2014, come un alieno che casca per caso su un nuovo Pianeta. Io aliena Europea ai loro occhi, loro piccoli marziani nipponici ai miei. Del Giappone ignoravo praticamente tutto: la cultura, gli usi e i costumi, la lingua, le attrazioni principali e i cibi diversi da quelli che si trovavano nei classici sushi bar italiani di quegli anni.
E ora mi chiederete: “ma quindi, perché vuoi tornarci?”
Onestamente, una risposta unica, chiara e tonda, non ce l’ho. Eppure, qualcosa in me in questi anni è scattato. Quel viaggio forse è servito a piantare un piccolo seme nel mio petto, che piano piano, in maniera molto lenta ma incessante, ha iniziato a germogliare.
Tornata dal Giappone ho iniziato a leggere Murakami. Poi si sono susseguiti altri autori, e a quelli un piccolo corso sul kintsugi, l’arte del riparare gli oggetti scheggiati (o le ferite dell’anima) con l’oro. Con il tempo è arrivata la volta del cibo; ho iniziato ad esplorare i sushi bar più autentici e la cucina tradizionale nipponica: takowasa, tonkatsu, ramen, takoyaki, onigiri e così via. (Molte di queste pietanze hanno scalato la vetta raggiungendo la top 10 dei miei cibi preferiti al mondo).
Poi è arrivato Federico, che mi ha introdotta al mondo dei manga e anime giapponesi. In principio ero un po’ riluttante. Tornare a guardare cartoni animati e a leggere fumetti? Non sarò troppo cresciuta?
E invece mi sbagliavo, e di grosso.
Quindi arriviamo al giorno d’oggi: ho iniziato a studiare il giapponese perché so che non conoscere la lingua è un grosso ostacolo, lí ai confini del mondo. Per addentrarmi davvero nella loro cultura non mi basta l’inglese. Anche perché, nonostante questi anni di approfondimento, sento ancora di non capirli fino in fondo, i giapponesi. E forse questo è ciò che mi attira di più e mi spinge a tornare in quella terra. Il desiderio di conoscere, approfondire, rimanere affascinati e magari anche delusi.
“Ma a furia di viaggiare e leggere mi convincevo sempre più di non sapere proprio niente. Così è la vita. Un dubbio continuo.”
Satoshi Yagisawa - I miei giorni alla libreria morisaki
E poi ho letto di posti incredibili, come quell’isola dove poter lasciare per sempre un ricordo di se stessi, o meglio, del proprio cuore.
“Nel sud-ovest del Giappone, in una pozza di mare condivisa da due province, Kagawa e Okayama, nuota un’isoletta unica al mondo: Teshima. Sulla punta orientale dell’isola, sorge un minuscolo edificio in cui sono catalogate le pulsazioni del cuore di decine di migliaia di persone, alcune vive altre già ombre, provenienti dai luoghi più disparati del pianeta. Si chiama Shinzō-on no Ākaibu, l’Archivio dei Battiti del Cuore.”
Laura Imai Messina, L’isola dei battiti del cuore
Così, prima che me il mio cervello avesse il tempo di realizzare, mi sono trovata a sognare Teshima, la fitta diramazione di stradine del goldengai a shinjuku, le antiche librerie di jinbocho, le scimmie di nagano, i ryokan a gestione familiare, Sapporo, gli onsen, il monte Fuji, i tatami e i viaggi con lo Shinkansen.
Ecco, se siete arrivati fino in fondo e se non vi ho già annoiati ancor prima di partire, credo di aver detto tutto. Quindi se ne avete voglia, vi chiederei di lasciare un piccolo contributo per aiutarmi a realizzare questo nuovo, forse folle, viaggio.
ありがとうございます ^ - ^
Arigatō gozaimasu!
Organiser
Bianca Maria Benatti
Organiser
Monza