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Chi produce il lusso Made in Italy?
La produzione delle borse di lusso è appaltata dai grandi brand della moda a piccole aziende che violano sistematicamente i diritti fondamentali dei lavoratori. Attraverso questo sistema i grandi brand ottengono il "massimo risparmio" che per loro vuol dire "massimo profitto". Per chi lavora in queste filiere (sopratutto immigranti e rifugiati), invece, vuol dire "massimo sfruttamento": turni di 12 ore al giorno dal lunedì al sabato, lavoro nero, negazione dei diritti stabiliti da leggi e contratti. Tutto questo per uno stipendio che spesso è meno della metà del valore di una singola borsa. Cosa è questo se non l'emblema dell'ingiustizia?

Cosa vuol dire "8x5"?
Negli ultimi anni nella provincia di Firenze e di Prato è nato il movimento dei lavoratori "8x5" che rivendica la giornata di lavoro di otto ore per cinque giorni alla settimana, oltre al rispetto dei contratti e delle leggi del lavoro. Grazie agli scioperi e alla sindacalizzazione dal basso dei lavoratori in molte fabbriche dello sfruttamento sono tornati i diritti ed un po' di giustizia. Nonostante tutti i grandi brand del lusso abbiano margini di profitto incredibili ed in continua crescita, stanno mettendo in atto molte azioni per contrastare il movimento e la conquista di diritti da parte dei lavoratori delle proprie filiere.

Cosa c'entra Montblanc?
Montblanc fa parte di questo sistema. Per anni i lavoratori della "Z Production" e della “Eurotaglio”, aziende in appalto e subappalto del brand che operano in una fabbrica alle porte di Firenze, hanno lavorato senza alcun diritto sotto la supervisione dei responsabili alla produzione di Montblanc.
Nel mese di ottobre del 2022 i lavoratori si univano al sindacato ed al movimento "8x5" e conquistavano con un accordo sindacale i diritti stabiliti dal contratto nazionale di lavoro e la fine di turni massacranti e lavoro nero. Aumento dei diritti (per i lavoratori), aumento dei costi (per il brand).

“Ora che hai avuto i diritti, ti tolgo il lavoro!”
La reazione della Montblanc è stata violenta. Nel mese di marzo 2023, poche settimane dopo l'accordo sindacale, l'azienda ha annuncia l'intenzione di chiudere ogni rapporto di appalto con la Z Production e la Eurotaglio. E' il classico schema di una "delocalizzazione": portare il lavoro dove il lavoro costa meno per ottenere i massimi margini di profitto. E scoraggiare allo stesso tempo ogni rivendicazione da parte dei lavoratori. Anche se si tratta del rispetto delle leggi sull'orario di lavoro e contratti nazionali di lavoro! A Firenze, nel 2023, queste delocalizzazioni però avvengono "dietro casa", perché i grandi brand hanno la possibilità di mantenere il marchio "Made in Italy" appaltando ad aziende che sfruttano lavoratori provenienti da Pakistan, Cina, Bangladesh...
A Marzo i piani della Montblanc furono fermati dalla mobilitazione dei lavoratori. Ma si trattava solo di un rinvio. Arrivati sotto al Natale, è stata confermata la volontà di interrompere il contratto con la Z Production dal 31 Dicembre 2023. Il regalo di Natale per i lavoratori che da anni hanno prodotto la ricchezza del brand sarà... un licenziamento collettivo!

Made in Italy? SHAME IN ITALY!
A inizio settembre 2024 nasce la campagna #SHAMEINITALY, per portare sotto i riflettori le condizioni di lavoro nelle filiere del Made in Italy.
Sfruttamento del lavoro e rodati meccanismi di evasione fiscale sono ormai la norma nelle catene di fornitura dei grandi brand della moda e del lusso Made in Italy. Eppure il marchio Made in Italy permette ai brand di presentarsi sui mercati di tutto il mondo con un'immagine di eccellenza e qualità, alimentando profitti da capogiro.
La realtà delle filiere della moda e del lusso nasconde ben altro: luoghi di sfruttamento e abuso in una catena infinita di appalti e subappalti.
Siamo portatə a pensare che i prezzi stellari che vediamo nelle vetrine significano automaticamente più tutele per chi produce quelle borse, scarpe o vestiti. Ma nella realtà significa solo extraprofitti miliardari per i colossi finanziari proprietari dei brand.
Non vi è freno alla corsa al massimo risparmio nella catene di produzione: il risultato sono prodotti di lusso a costi di produzione bassissimi, frutto di turni di lavoro di 12 o 14 ore per 6 giorni a settimana, senza diritti.
Il Made in Italy non è una garanzia di qualità e di sostenibilità se le aziende possono agire impunemente, aggirando ogni tipo di diritto che sarebbe garantito nel nostro paese.

PERCHE' UN CROWDFUNDING?
Gli operai in appalto della Z Production stanno percependo una sorta di “cassa integrazione” attraverso un Contratto di Solidarietà attivato lo scorso marzo e mediato dall'Unità di Crisi della Regione Toscana, ma il 23 settembre il Contratto di Solidarietà scadrà, e per ottenere un rinnovo che permetta di portare avanti le rivendicazioni verso Montblanc percependo comunque un minimo che garantisca di poter arrivare a fine mese, c'è bisogno di continuare la lotta.

Gli operai in subappalto della Eurotaglio hanno percepito una cassa integrazione fino a maggio, poi più niente.

La lotta continua fino a quando ai lavoratori non sarà garantito il mantenimento del proprio posto di lavoro nella filiera ed il mantenimento delle condizioni contrattuali ottenute dopo la sindacalizzazione.

La vertenza Montblanc è emblematica dell’ingiustizia su cui si reggono le filiere della moda. Borse vendute a piu di 1000€ prodotte da operai pagati 3€ l’ora e costretti a turni di 12-14 ore al giorno di lavoro. Un fondo finanziario multimiliardario (Richemont, proprietario di Montblanc) che delocalizza la produzione quando gli operai attraverso il sindacato ottengono il rispetto delle leggi e del contratto nazionale. Un brand che vanta « responsabilità sociale » e « politiche etiche » che rincorre il massimo risparmio sui costi di produzione spostando la produzione alla ricerca di nuova manodopera da sfruttare.

Il crowdfunding verrà utilizzato per dare un sostegno economico ai lavoratori di Campi Bisenzio (FI) che stanno coraggiosamente lottando contro questo sistema criminale, per consentirgli di portare avanti la rivendicazione di ricollocamento nelle filiere Montblanc.
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