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Sono Veronica, sorella di Francesca Villa e ho deciso di organizzare questa raccolta fondi per donare un macchinario avanzato per la riabilitazione neuromotoria a quella che è stata la casa di Francesca per i 9 mesi di buio in cui è sprofondata.

Francesca è stata ricoverata nel reparto Unità Gravi Cerebrolesioni agli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza il 4 ottobre 2023, dopo quasi due mesi di coma causato da un'emorragia cerebrale che l'ha colpita improvvisamente mentre era in vacanza in Sardegna con la figlia Alice, allora quattordicenne.


Nonostante la disperazione e l’incertezza data dalla gravità del quadro clinico di Francesca, la mia famiglia ha trovato immediatamente un senso di accoglienza e competenza presso la clinica. Ho capito che i pazienti, nonostante la gravità assoluta delle condizioni, hanno un’identità, una dignità, ricevono attenzioni e cure con una dedizione assoluta e costante. E non è una cosa scontata come si possa pensare. Purtroppo, non è così dappertutto.

Francesca, pur rimanendo in uno stato di minima coscienza, ha cominciato ad avere lo sguardo più presente, fare piccoli movimenti con le mani e con le gambe, lentamente a pronunciare qualche parola, a salutarci, a riconoscerci, ma purtroppo anche ad arrabbiarsi, a piangere e disperarsi.

La presa di coscienza della sua condizione di disabile permanente al 100% l’ha molto spesso portata a chiudersi in sé stessa, a rifiutare qualsiasi tipo di interazione col mondo, a non accettare la sua vita imprigionata in un corpo
che non le apparteneva più, che non rispondeva ai suoi comandi.


Sfortunatamente, proprio quando era in programma un trasferimento per continuare la riabilitazione, un’infezione letale l’ha portata via il 4 luglio 2024. Questo evento ha rappresentato una profonda perdita non solo per la famiglia, ma anche per il personale della clinica che si era affezionato a lei.

La scomparsa di Francesca è avvenuta proprio in un periodo di rinascita personale: la ritrovata serenità sentimentale (mia sorella era vedova
dal 2011), l’acquisto della nuova casa, i grandi cambiamenti lavorativi, la voglia di continuare a viaggiare, la consapevolezza di aver fatto un ottimo lavoro con la figlia pur essendo l’unico genitore.


In una frazione di secondo ogni cosa si è disintegrata, svanita. La tragedia ha lasciato un vuoto enorme, suscitando domande senza risposta, ma quella più
ricorrente è stata “quale insegnamento si può ricavare da una tragedia simile?”.

L’unica risposta che mi sono data, al di là della conferma del valore e della priorità della famiglia su tutto il resto, è stata quella di restituire a chi ci è stato accanto in questo viaggio all’inferno almeno una parte di ciò che abbiamo ricevuto.
E l’Unità Gravi Cerebrolesioni degli Istituti Clinici Zucchi è stata per 9 mesi la casa di Francesca e per me e tutta la mia famiglia il punto di riferimento, la spalla su cui piangere, l’abbraccio che sa consolarti, il faro nel buio.


Ho deciso di organizzare questa raccolta fondi per donare loro qualcosa di cui hanno veramente bisogno per lavorare ancora meglio con i pazienti che, loro malgrado, si trovano lì: l’ERIGO PLUS, un avanzato macchinario di riabilitazione che permette di attivare movimenti fisiologici nelle gambe dei pazienti non collaborativi, migliorando la circolazione, la funzionalità intestinale e polmonare, stimolando la coscienza in coloro che si trovano in stato vegetativo o in uno stato di coscienza minima.


La clinica non dispone ancora di un simile strumento e il suo acquisto richiede un impegno finanziario considerevole: oltre 120.000 €, con un ulteriore costo di circa 7.000 € per la formazione del personale.

So che è un progetto ambizioso, ma la mia famiglia è fiduciosa che il traguardo sarà raggiunto, non solo grazie alla solidarietà di chi ha conosciuto Francesca, ma anche la nostra famiglia, sua figlia Alice, il suo compagno Massimo e tutti quelli che in qualche modo hanno fatto parte della sua vita.


Voglio lasciare un segno tangibile di ciò che mia sorella È e SARÀ per sempre. La sua indipendenza, la sua tenacia, il suo coraggio nell’affrontare una vita piena di dolori, spinta dall’amore incondizionato e assoluto per Alice, la sua dedizione agli affetti ed al lavoro, la sua generosità dimostrata in più occasioni mi hanno spinto a fare tutto ciò.


Ho avviato questa raccolta anche come insegnamento per Alice, affinché possa imparare il valore dell’altruismo. Dopo aver affrontato una prova così difficile in giovane età, Alice ha dimostrato forza e coraggio, qualità che la famiglia spera di rafforzare in lei anche attraverso quest’opera di solidarietà.


Vorrei alleviare anche solo una briciola di dolore a mio papà: perdere un figlio si sa è contro natura e chi purtroppo l’ha vissuto, sa di cosa parlo. Mi piacerebbe renderlo ancora più orgoglioso di avere una figlia come Francesca, capace di lasciare un’impronta indelebile in ogni circostanza.


È una sfida coraggiosa, me ne rendo conto, ma voglio credere che tutto ciò che Francesca ha seminato possa essere raccolto in questa circostanza, per renderle onore e per ricordarla per sempre.

Ciascuno può donare quello che può, quello che ritiene giusto: anche piccole somme possono fare la differenza. L’importante è essere in tanti. Tantissimi.
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